Le ronde notturne promosse dall’ex presidente del Municipio XIII, Daniele Giannini, stanno creando un acceso dibattito nel quartiere di Boccea. Decine di residenti hanno deciso di percorrere le strade della zona per contrastare episodi di degrado e microcriminalità, ma l’iniziativa è stata duramente criticata dagli esponenti di Aurelio in Comune.
Giannini ha raccolto il sostegno di molti cittadini, spaventati dai recenti episodi di vandalismo, tra cui una rapina in un bar con la vetrina sfondata da un tombino e atti di vandalismo alla stazione della metro. “Chiediamo la presenza dell’esercito o di forze di polizia per arginare il degrado della zona”, ha dichiarato l’ex minisindaco, sottolineando come le ronde siano un modo per riportare l’attenzione su questi problemi.
Non tutti, però, concordano con questa narrazione. Maristella Urru e Lorenzo Ianiro, consiglieri di Aurelio in Comune, ritengono che l’iniziativa sia un'”operazione demagogica pericolosa”, sia per chi partecipa che per chi si trova per strada. Secondo loro, la rappresentazione di Boccea come un “far west” non corrisponde alla realtà. Durante una riunione dello scorso aprile 2024 con la Prefettura e le forze dell’ordine, è emerso che i dati relativi alla criminalità nella zona non sono preoccupanti, e che la percezione di insicurezza è amplificata.
Urru e Ianiro sollevano anche dubbi sulla legittimità delle ronde: “Questi cittadini sono parte di associazioni regolarmente iscritte al registro della Prefettura? Se così non fosse, l’operazione sarebbe illegittima”. Aurelio in Comune ha presentato un’interrogazione alla presidente del Municipio XIII, Sabrina Giuseppetti, per ottenere chiarezza sulla questione e capire quali azioni intenda intraprendere in merito alle ronde.
Nonostante la critica alle ronde, Aurelio in Comune riconosce l’importanza del tema della sicurezza. Tuttavia, i consiglieri propongono una visione diversa per affrontarlo: “La sicurezza si costruisce attraverso la riqualificazione urbana, politiche di coesione sociale e il rilancio del commercio locale. Sono necessari presidi sociali e culturali, luoghi di aggregazione, per creare un vero senso di sicurezza e combattere la criminalità”, concludono Urru e Ianiro.