Un tema centrale nei report economici, incluso quello di Banca d’Italia, riguarda la crescente difficoltà delle imprese italiane nel reperire manodopera specializzata, nonostante il tasso di disoccupazione attuale sia intorno al 7%. Le cooperative, insieme a Confcooperative Roma, sollevano il problema, evidenziando lacune nei settori dell’educazione, infermieristico e amministrativo.
Carenza di personale qualificato: stipendi e formazione sotto accusa
Nell’86-92% dei casi, le posizioni di educatori, infermieri e personale amministrativo rimangono scoperte. Gli ostacoli principali per attirare giovani lavoratori includono stipendi non competitivi e un sistema educativo carente nella formazione professionale mirata. Questo si riflette soprattutto nelle professioni sanitarie e nei servizi educativi, dove la mancanza di risorse rischia di compromettere la qualità dei servizi di prossimità, essenziali per le comunità locali.
Confcooperative Roma: coordinamento insufficiente tra enti e formazione scolastica
Confcooperative Roma, attraverso il suo presidente Marco Marcocci, denuncia una mancanza di coordinamento tra centri per l’impiego pubblico, agenzie interinali, sindacati e scuole che dovrebbe essere rafforzata per rispondere alle esigenze delle imprese. L’assenza di sinergia tra questi enti limita il collocamento di figure professionali qualificate e rallenta il processo di inserimento lavorativo, aggravando la carenza di manodopera.
Immigrazione regolata come risorsa per la manodopera
Di fronte a queste criticità, Marcocci propone di considerare anche la possibilità di un’immigrazione regolata, che possa contribuire a colmare i vuoti di personale. Secondo le testimonianze di imprenditori sociali come Tommaso Innocenzi e Alessandra Rinaldi, un sistema di immigrazione più strutturato e orientato a supportare i settori in difficoltà rappresenterebbe un aiuto concreto.