Tre infermieri del Policlinico Umberto I di Roma sono stati aggrediti da un uomo in attesa al pronto soccorso, esasperato dai tempi che riteneva eccessivi. L’episodio, avvenuto il 19 novembre, ha riacceso il dibattito sulle aggressioni al personale sanitario, un problema sempre più frequente e preoccupante.
L’aggressione e l’arresto
Secondo la ricostruzione dei fatti, il responsabile è un uomo di 47 anni, originario di Napoli, che ha perso il controllo durante l’attesa al pronto soccorso. Alla vista dell’uomo in escandescenza, il personale sanitario ha cercato di calmarlo, ricevendo però calci e pugni come risposta. L’aggressore è stato successivamente arrestato dalla polizia, presente nel presidio 24 ore su 24.
Maurizio Zega, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Roma, ha espresso solidarietà alle vittime, sottolineando come le misure di sicurezza attualmente in vigore non siano sufficienti a prevenire simili episodi.
Le donne più colpite
Zega ha evidenziato un dato allarmante: oltre il 60% delle aggressioni contro il personale sanitario riguarda le donne. Questo fenomeno, secondo il presidente, riflette una società in cui la violenza è radicata, come dimostrano i numeri riportati a pochi giorni dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Le cause: sovraffollamento e disagi
Stefano Barone, segretario provinciale del Nursind, ha analizzato le ragioni alla base delle aggressioni. Tra le principali, il sovraffollamento dei pronto soccorso, che genera lunghi tempi di attesa e abbassa inevitabilmente la qualità del servizio. “La piaga del sovraffollamento fa saltare inevitabilmente il banco”, ha dichiarato Barone, sottolineando come queste situazioni spesso degenerino in atti di violenza fisica o verbale.
Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dagli stati di alterazione dei pazienti, dovuti all’uso di alcol o sostanze stupefacenti. Questi casi, difficili da prevenire, amplificano la tensione nei punti di prima emergenza.
Carenza di personale e attrattività dei reparti
Barone ha posto l’attenzione anche sulla difficoltà di reperire personale per i pronto soccorso. L’indennità prevista per gli operatori non è ancora stata erogata in alcune regioni, inclusa il Lazio, e molti infermieri scelgono reparti meno esposti a situazioni di emergenza. Questo spostamento rende ancora più critica la gestione delle aree di prima accoglienza.
Aggressioni verbali: un problema culturale
Oltre alle violenze fisiche, non vanno sottovalutate le aggressioni verbali, che colpiscono profondamente il morale di medici e infermieri. Ricevere insulti, spesso per cause indipendenti dalle responsabilità del personale, aggrava ulteriormente il disagio lavorativo. Barone ha definito il fenomeno come un problema culturale che richiede interventi mirati per proteggere chi opera in ambito sanitario.
Soluzioni e prospettive
Mentre le postazioni di polizia nei pronto soccorso hanno ridotto gli episodi più gravi, rimane urgente affrontare le cause strutturali del problema, come il sovraffollamento e la carenza di risorse. Interventi economici e culturali appaiono indispensabili per garantire la sicurezza e il benessere del personale sanitario, sempre più esposto a situazioni di rischio.