Una proposta di legge all’avanguardia per contrastare la denatalità e promuovere la genitorialità consapevole. È quanto annunciato dalla consigliera regionale del Partito Democratico del Lazio Eleonora Mattia, che ha depositato in Consiglio regionale la prima proposta normativa in Italia dedicata alla prevenzione dell’infertilità e alla preservazione della fertilità con un approccio strutturale e inclusivo.
L’obiettivo dichiarato è duplice: rendere equo l’accesso alle tecniche di crioconservazione e affrontare la denatalità con strumenti concreti e moderni. Un tema sempre più urgente, considerando i dati nazionali su natalità e fertilità, che evidenziano un trend in costante calo.
La proposta, battezzata “salva-nascite”, prevede un impegno economico triennale pari a un milione di euro per il periodo 2025-2027 e si articola in due macro-interventi. Il primo punta sulla prevenzione e sensibilizzazione, con una campagna di informazione e screening della riserva ovarica rivolta in particolare ai giovani, attraverso i consultori, le scuole e le università. L’obiettivo è favorire una scelta più consapevole in merito alla genitorialità, promuovendo la conoscenza dei fattori che influenzano la fertilità.
Il secondo asse della proposta riguarda invece il sostegno economico diretto per la crioconservazione pianificata degli ovociti (CPO). Due le misure principali:
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Esenzione totale dei costi per le donne under 35 che hanno difficoltà di concepimento legate a motivi di salute;
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Contributo economico fino a 3.000 euro per le donne tra i 25 e i 35 anni che scelgono di posticipare la maternità per ragioni sociali, a condizione che risiedano nel Lazio da almeno un anno, siano inserite in un nucleo familiare e abbiano un ISEE non superiore ai 30.000 euro.
Attualmente, in Italia, la crioconservazione gratuita è garantita solo in presenza di diagnosi oncologiche per donne con meno di 40 anni. In alcune regioni, anche in assenza di una normativa nazionale, è possibile accedere al servizio per altre patologie come endometriosi, menopausa precoce o malattie autoimmuni, ma la situazione è disomogenea e spesso penalizza le coppie meno abbienti.
“Con questa proposta il Lazio può diventare un modello nazionale”, ha dichiarato Eleonora Mattia, che si è appellata al presidente della Regione Francesco Rocca affinché la legge venga discussa e approvata al più presto, richiamando il precedente della scorsa legislatura, in cui fu innalzata da 43 a 46 anni l’età massima per accedere alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) tramite il sistema sanitario pubblico, poi adottata a livello nazionale con l’aggiornamento dei LEA.