È stato condannato a tre anni e otto mesi di carcere un quarantenne di origini inglesi accusato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie. Il Tribunale di Viterbo ha emesso una sentenza definitiva, che include anche l’interdizione a pubblici uffici per cinque anni e il pagamento di una provvisionale di cinquemila euro alla vittima. L’uomo, assistito dall’avvocato Lorenzo Lepri, è stato giudicato colpevole di aver inflitto per oltre tredici anni violenze fisiche e psicologiche alla donna, umiliandola e picchiandola anche in stato di ebbrezza.
I maltrattamenti si sono verificati nel territorio viterbese, dove la vittima, una quarantaseienne, ha vissuto una lunga e dolorosa spirale di violenza. Durante il matrimonio, che aveva avuto inizio nel 2010, l’uomo ha abusato della donna con insulti ripetuti e botte, arrivando a minacciarla di morte. Le violenze fisiche erano accompagnate da attacchi psicologici che l’hanno costretta a vivere in un clima di paura costante.
Un episodio particolarmente grave si è verificato quando la donna, incinta e con una gravidanza a rischio, è stata costretta dal marito a uscire per una passeggiata, provocandole un parto prematuro. Nonostante tutto, la vittima ha trovato la forza di denunciare l’uomo, grazie anche al supporto di uno psicologo.
Nel corso delle indagini, la donna ha raccontato alle forze dell’ordine come la loro relazione fosse iniziata in modo normale, ma si sia progressivamente deteriorata con l’insorgere delle violenze. Minacce, percosse, violenze verbali e fisiche, anche con l’uso di oggetti, sono diventate all’ordine del giorno. Inoltre, l’uomo ha esteso i suoi abusi anche ai tre figli della coppia, di otto, dodici e sei anni.
L’uomo, dopo aver violato la misura cautelare che gli imponeva di restare lontano dalla casa familiare, è stato arrestato e portato in carcere. La condanna definitiva rappresenta un importante passo per la giustizia, ma anche un segno di speranza per tutte le vittime di violenza domestica, che, come in questo caso, trovano la forza di ribellarsi e denunciare gli abusi.