Mark Antony Samson, 23 anni, ha ammesso di aver ucciso Ilaria Sula, 22 anni, ex fidanzata e studentessa universitaria. La confessione è arrivata nel corso dell’interrogatorio in Questura, dove il giovane ha fornito indicazioni precise che hanno condotto gli investigatori al luogo in cui aveva occultato il corpo: una zona boschiva nel comune di Poli, tra Roma e Tivoli. Il cadavere della ragazza è stato ritrovato all’interno di un valigione, gettato in fondo a un dirupo lungo la provinciale 45B.
Le indagini della Squadra Mobile di Roma sono ancora in corso, ma gli elementi raccolti confermano l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere a carico di Samson. Il ragazzo, di origini filippine, vive con i genitori in via Homs, nel quartiere Africano della Capitale. Proprio in quell’appartamento si sospetta possa essere avvenuto il delitto. L’abitazione è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi della Scientifica.
Il cellulare della vittima risulta ancora irreperibile, ma il fermato avrebbe dichiarato di averlo gettato in un tombino, nel tentativo di cancellare ogni traccia. Gli investigatori stanno cercando il dispositivo per analizzarlo e raccogliere ulteriori prove digitali. I due ex fidanzati si erano lasciati da tempo, ma avevano mantenuto contatti. Secondo il fratello minore di Ilaria, Leon, i due si conoscevano da oltre un anno: “Erano stati insieme, poi si erano lasciati. Non capiamo perché lo abbia fatto, solo lui può dirlo.”
Il contesto in cui è maturato il femminicidio lascia ancora molte domande senza risposta. Mark Samson, studente di architettura e dipendente di un fast food, vive in un quartiere dove è presente una nutrita comunità filippina. I residenti della zona ricordano i due come “una coppia affiatata”, segno che nulla faceva presagire un epilogo così tragico.
Il corpo di Ilaria è stato ritrovato solo dopo una settimana di ricerche. La giovane era scomparsa la sera del 25 marzo dopo essere uscita intorno alle 21:30. L’ultimo avvistamento era avvenuto nella zona di Furio Camillo, poco distante dal quartiere San Lorenzo, dove viveva con altre studentesse. I tabulati telefonici, insieme alle celle e alle ultime attività digitali, hanno portato gli inquirenti a Samson, che inizialmente aveva negato ogni coinvolgimento.
Dopo ore di confronto con il pubblico ministero e gli agenti, il 23enne ha infine ceduto, ammettendo le proprie responsabilità. Al momento, è stato posto in stato di fermo e verrà nuovamente interrogato nelle prossime ore per chiarire il movente e i dettagli dell’omicidio.