La cosiddetta “guerra delle grucce”, che ha già sconvolto città come Prato, Madrid e Parigi, ha fatto il suo ingresso anche a Roma, con un duplice omicidio che ha scosso il quartiere del Pigneto.
Le vittime, Gong Xiaoquing e Zhang Dayong, sarebbero state uccise a causa di un regolamento di conti legato alla lotta per il controllo del mercato del tessile, dominato dalle organizzazioni criminali cinesi. Questo omicidio, in particolare, sarebbe connesso agli affari di Prati, attirando l’attenzione dei pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.
Un omicidio legato alla criminalità cinese
Zhang Dayong, uno dei più stretti collaboratori del boss Zhang Naizhong, arrestato nel 2018 a Roma, è stato coinvolto in diverse inchieste, tra cui l’operazione “China truck”, che lo aveva portato in prigione per un breve periodo. Zhang Naizhong è considerato uno dei principali capi dell’organizzazione criminale cinese in Europa, noto per la sua violenza e la sua capacità di gestire gli affari con determinazione e senza scrupoli. Da qualche tempo trasferitosi nella Capitale, sarebbe stato uno degli uomini più influenti del clan, gestendo affari di grande portata.
La faida per il controllo del mercato
Recentemente, Roma è diventata il teatro di una feroce contrapposizione tra gruppi imprenditoriali cinesi, tutti desiderosi di imporsi nel redditizio mercato delle grucce e della logistica, un settore strategico nella produzione tessile. La criminalità cinese, infatti, è protagonista di una vera e propria guerra per il controllo di questa fetta di mercato, che ha già portato alla commissione di numerosi delitti violenti, tra cui quello avvenuto al Pigneto. Secondo gli investigatori, la morte di Zhang Dayong e Gong Xiaoquing sarebbe il culmine di un conflitto che si sta intensificando dopo una serie di arresti e cambiamenti nei vertici criminali.
L’omicidio al Pigneto
La dinamica del duplice omicidio al Pigneto è stata raccontata da alcuni testimoni che hanno visto il killer, con il volto coperto da un cappuccio, citofonare ai condomini per farsi aprire il portone dell’edificio. Dopo aver atteso il ritorno delle vittime, l’assassino ha sparato nei pressi dell’ingresso e poi è fuggito a piedi, con il cappuccio calato sulla testa. Un omicidio eseguito con precisione, tanto che gli investigatori parlano di un “lavoro da professionista”. Il killer potrebbe aver commesso un errore che permetterebbe agli inquirenti di individuarlo in tempi brevi, seppur la situazione rimanga ancora molto incerta.