Gualtieri: “L’intelligenza artificiale è un potenziamento, non una sostituzione del lavoro umano”

Il sindaco di Roma annuncia un’estensione dell’uso di Julia, l’assistente virtuale di Roma Capitale, anche nei processi amministrativi

L’intelligenza artificiale non è destinata a sostituire il lavoro umano, ma a potenziarlo e ottimizzarlo. È questa la visione delineata dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, durante il suo intervento al Forum PA, parlando del futuro di Julia, l’assistente virtuale sviluppata da Roma Capitale per assistere cittadini e turisti in vista del Giubileo.

Stiamo lavorando perché ‘Julia’ sia sempre più uno strumento di interfaccia del cittadino con l’amministrazione e la città, non solo per informazione turistica, e per capire in che forme una sua variante interna possa aiutarci nell’azione amministrativa, nelle funzioni di produzione amministrativa che io penso non sono mai sostitutive ma di potenziamento e ottimizzazione“, ha dichiarato Gualtieri, aprendo alla possibilità di impiegare l’IA in modo più strutturale nella macchina amministrativa capitolina.

Dal turismo alla PA, l’IA diventa alleata della pubblica amministrazione

Progettata inizialmente per supportare turisti e pellegrini, Julia potrebbe trasformarsi in una risorsa permanente per facilitare la relazione tra cittadini e amministrazione. Tuttavia, secondo il sindaco, l’intelligenza artificiale funziona davvero solo se usata con consapevolezza.

L’IA performa quanto più si sa cosa si vuole esattamente e deve richiedere un utilizzo molto informato – ha spiegato – Noi la viviamo come potenziante e non sostituiva perché non potrà mai sostituire l’intelligenza della pubblica amministrazione ancorata nella capacità delle persone. Può favorire e ottimizzare il lavoro e questo livello di ottimizzazione dipende dalla qualità delle risorse umane che interagiscono e utilizzano l’intelligenza artificiale“.

Gualtieri invita a un atteggiamento prudente e costruttivo verso le nuove tecnologie: “Bisogna avere l’umiltà di avere idee chiare ma anche essere consapevoli che le potenzialità di questo intreccio, come i rischi e i problemi, emergeranno gradualmente“.

Collaborazione e flessibilità: le chiavi della trasformazione digitale

La transizione digitale, secondo il primo cittadino, deve coinvolgere non solo la PA, ma anche mercato, imprese e università: “Molto starà all’intelligenza diffusa e collettiva del mercato, delle imprese, delle università che proporranno e costruiranno soluzioni che oggi magari non immaginiamo“.

Ma serve anche una governance consapevole: “Occorre avere un mix di attitudine al cambiamento, cercare di governarlo avendo una visione organica e sistematica, e al tempo stesso una flessibilità rispetto agli sviluppi successivi che è complesso immaginare: un’attitudine analitica e critica, oltre che di semplice implementazione spinta“.

Infine, un richiamo al ruolo della Capitale come laboratorio dell’innovazione pubblica: “Siamo fiduciosi e orgogliosi del fatto che un’amministrazione territoriale, essendo molto ancorata al territorio e quindi avendo una raccolta dati molto significativa, se lavora sistematicamente può essere protagonista dell’innovazione e del miglioramento della qualità dell’amministrazione“.

Il sindaco ha concluso con un appello alla cooperazione tra enti pubblici: “Roma è un ecosistema delle pubbliche amministrazioni e la grande sfida in cui io credo molto è quella della collaborazione e dell’interoperabilità tra le amministrazioni, che è la chiave nell’efficacia del governo del territorio. Tutte le tecnologie sono straordinarie nelle potenzialità ma sono abilitanti di un processo che deve avere al centro le persone“.

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