Nel cuore del centro storico di Roma il verde urbano è in sofferenza. Le alte temperature di giugno hanno messo a dura prova le alberature recentemente piantate, con un elevato tasso di essiccamento tra le nuove essenze. La situazione ha spinto il Municipio I a chiedere un intervento immediato, approvando una mozione che sollecita Roma Capitale a potenziare i controlli e la manutenzione delle piante messe a dimora.
Su proposta della capogruppo della Lista Gualtieri, Nathalie Naim, il parlamentino municipale ha votato all’unanimità un provvedimento che mette al centro la salvaguardia del patrimonio arboreo, sottolineando l’urgenza di garantire irrigazione regolare e la sostituzione degli esemplari morti. La richiesta è rivolta all’assessorato e al Dipartimento Ambiente del Campidoglio, chiamati a verificare l’effettiva cura degli alberi piantati nel territorio.
La condizione di molte aree verdi è già critica. A piazza della Repubblica, i lecci introdotti durante il “restyling giubilare” mostrano chiari segni di stress idrico. Situazione analoga al Parco di San Sebastiano, dove il 35% dei pini messi a dimora negli ultimi anni risulta già secco, compromettendo gli sforzi delle campagne di forestazione urbana.
Il Municipio punta il dito anche sulle responsabilità gestionali. Il testo della mozione richiama la necessità di verifiche nei confronti delle ditte incaricate della cura del verde o di qualsiasi soggetto coinvolto nella manutenzione, chiedendo al Comune di introdurre misure organizzative e sanzionatorie qualora vengano riscontrate mancanze nella cura delle alberature.
Il consiglio municipale ha chiesto inoltre all’assessore municipale all’Ambiente Stefano Marin di attivarsi per garantire l’irrigazione regolare delle piante piantate dal Municipio stesso e di valutare eventuali sostituzioni, laddove le condizioni lo rendano necessario.
Gli obiettivi
Nel medio termine, Roma punta ad arricchire strade e giardini con alberature più resistenti alla siccità, ma nel frattempo occorre preservare e monitorare con attenzione ciò che è già stato piantato. Il rischio, altrimenti, è vanificare l’impegno e gli investimenti delle iniziative verdi, con un impatto negativo sull’ambiente urbano e sulla qualità della vita nei rioni storici.