Uno striscione con la scritta “Non è stato un caso” è apparso ieri pomeriggio all’ingresso della scuola Balzani di Villa De Sanctis, durante un’assemblea pubblica promossa dal comitato dei genitori e dalle reti civiche di Roma Est. Al centro dell’incontro, le conseguenze dell’esplosione avvenuta lo scorso venerdì in via dei Gordiani, che ha danneggiato la scuola e causato la morte di Claudio Ercoli, 67 anni, dipendente del distributore GPL coinvolto.
“Non è stato un incidente ma una tragedia che si poteva evitare”, ha dichiarato Federico Segoloni, portavoce del comitato, esprimendo la frustrazione dei residenti per le segnalazioni ignorate: da tempo, infatti, era stata denunciata la presenza di impianti industriali considerati a rischio, come l’azienda Mcr Metalli e lo stesso distributore di gas.
Preoccupazioni per il futuro dell’edificio scolastico
Alla manifestazione ha preso parte anche Brunella, docente dell’istituto, che ha espresso preoccupazione per la riapertura della scuola a settembre. Gli alunni, spiegano dal corpo docente, saranno temporaneamente ricollocati in altre sedi del plesso o in scuole vicine, ma non è ancora chiaro quando l’edificio sarà agibile e sicuro.
I genitori degli studenti condividono il timore che la scuola non riapra: “Ci hanno chiesto pazienza, ma ora è finita”, ha commentato uno di loro, mostrando delle bacchette magiche portate simbolicamente per richiamare l’idea di una prevenzione mancata.
Impatti sulle famiglie e richieste alle istituzioni
A subire le conseguenze dirette sono oltre 300 famiglie, che non hanno ancora indicazioni chiare su orari, trasporti o sedi scolastiche alternative. “Mia figlia è vedova con tre figli, sarà complicato gestire gli spostamenti”, ha spiegato Antonio Imperiali, uno dei genitori, auspicando un servizio di navette per agevolare i trasferimenti.
Intanto si contano gravi danni strutturali alla scuola e agli edifici circostanti: tetti crollati, infissi distrutti, finestre esplose. Ai disagi materiali si sommano le preoccupazioni legate alla salute, a causa della presenza di diossina nell’aria e della necessità di bonificare l’area colpita.
“Non una fatalità, ma il frutto di scelte politiche”
Secondo i partecipanti all’assemblea, la tragedia è anche conseguenza di scelte politiche: “Si è data priorità alla logica industriale a scapito del diritto alla salute e alla sicurezza”, è stato affermato durante l’incontro. La richiesta rivolta a Comune e Regione Lazio è chiara: “Tempi certi per la ricostruzione e fondi adeguati per gli interventi”.
In conclusione, un genitore ha sottolineato: “Non ci dicano che mancano le risorse: quando si tratta di armamenti, i fondi si trovano sempre”. La comunità attende ora risposte formali da parte delle istituzioni locali.