Nuovi sviluppi emergono in merito alla controversa vicenda della rimozione dei manifesti della Lega sul Decreto Sicurezza. La decisione di rimuovere i cartelloni, giudicati discriminatori, non sarebbe stata una mera applicazione tecnica delle normative comunali, come sostenuto dal Carroccio, ma una scelta politica da parte dell’amministrazione comunale. La segnalazione proviene direttamente dall’assessora alle Attività produttive di Roma, Monica Lucarelli, che ha risposto ad alcune richieste dei cittadini.
La vicenda dei manifesti e la polemica politica
I manifesti realizzati dalla Lega, che promuovevano le novità contenute nel Decreto Sicurezza, sono stati al centro della discussione. Le immagini raffiguravano una donna rom arrestata in metropolitana dopo uno scippo, un uomo di colore e una donna rom sgomberati da una casa occupata, oltre a un blocco degli attivisti di “Ultima Generazione”. Secondo gli uffici comunali, questi manifesti violerebbero il regolamento sulle affissioni pubblicitarie, in quanto trasmetterebbero un messaggio discriminatorio. La Lega, tuttavia, ha contestato la decisione, sostenendo che non si trattava di una semplice applicazione delle normative ma di un’iniziativa politica da parte del Comune di Roma.
Il ruolo dell’assessora Lucarelli
A seguito di alcune segnalazioni, l’assessora Monica Lucarelli aveva scritto il 24 luglio agli uffici capitolini, chiedendo di verificare la conformità dei manifesti al regolamento vigente. La sua mail sollecitava una valutazione sul fatto che le immagini utilizzate nei manifesti potessero violare la sensibilità etnica e sociale, sottolineando la necessità di un’azione amministrativa in merito. Questa comunicazione ha sollevato ulteriori polemiche, con la Lega che ha deciso di fare un accesso agli atti per chiarire le motivazioni dietro la decisione.
La risposta dell’assessora alla Lega
Lucarelli ha risposto alle accuse di censura, ribadendo che ogni segnalazione viene trattata in maniera amministrativa, senza alcuna posizione politica. In una nota ufficiale, l’assessora ha spiegato che la segnalazione era arrivata da parte di alcuni cittadini, inclusi rappresentanti della comunità rom di Roma, i quali ritenevano i manifesti discriminatori e potenzialmente istigatori all’odio. Lucarelli ha precisato che il suo intervento non era motivato da ragioni politiche, ma esclusivamente dal rispetto delle normative che vietano messaggi discriminatori.
La difesa della libertà di espressione
La Lega ha continuato a difendere il proprio diritto di esprimersi liberamente, richiamando l’articolo 21 della Costituzione italiana, che tutela la libertà di manifestazione del pensiero. Secondo il partito, la decisione di rimuovere i manifesti rappresenta un “precedente pericoloso” che limita il diritto di espressione politica. In risposta, l’assessora Lucarelli ha sottolineato che non si trattava di censura, ma del rispetto delle regole e della sensibilità sociale, aggiungendo che un’immagine generica, non riconducibile a specifici gruppi etnici, non avrebbe creato problemi.