Zanzara tigre a Roma, ecco quali sono i quartieri più colpiti

Secondo uno studio condotto dalla Sapienza, l’aumento delle temperature ha favorito la proliferazione della Aedes albopictus in diverse aree della Capitale, con picchi record nel 2023

Zanzara

Le zanzare tigre hanno invaso Roma, aumentando del 64% tra maggio e giugno e raggiungendo un picco del 142% tra ottobre e novembre 2023. A rivelarlo è lo studio pubblicato su Nature Communications Medicine e condotto dai ricercatori del Dipartimento di sanità pubblica e malattie infettive della Sapienza, insieme alla Fondazione Bruno Kessler di Trento e al Cnr, nell’ambito del progetto Inf-Act. Gli scienziati hanno analizzato l’effetto dell’eccezionale caldo del 2023 sulla diffusione della zanzara tigre (Aedes albopictus) e sul rischio di trasmissione dei virus Dengue e Chikungunya nella Capitale.

Roma ha registrato l’unico caso europeo di trasmissione autoctona di entrambi i virus, con la Chikungunya nel 2017 e la Dengue nel 2023. Gli studiosi hanno rilevato un aumento marcato delle zanzare femmine, responsabili delle punture, soprattutto nei quartieri di Vittorio Emanuele (2540 esemplari per ettaro), Subaugusta (2448), Nuovo Salario (2049) e Trastevere (2004).

Rispetto al 2012, che lo studio ha usato come base di confronto, i ricercatori hanno osservato una crescita costante della densità stagionale in quasi tutte le zone analizzate. In particolare, Trastevere è passata da 679 a 2004 esemplari per ettaro e Nuovo Salario da 905 a 2049. Solo il quartiere Nomentano ha mostrato un calo, passando da 2884 a 1886.

I quartieri ricchi di verde urbano hanno favorito la proliferazione delle zanzare, come ha spiegato la professoressa Alessandra della Torre, tra gli autori dello studio. Tuttavia, anche la frequenza delle disinfestazioni gioca un ruolo cruciale. Dei 14 quartieri monitorati, 10 erano già stati oggetto di analisi nel 2012, e in quasi tutti si è registrato un aumento.

L’arrivo di turisti e pellegrini da tutto il mondo, soprattutto in occasione del Giubileo 2025, accresce il rischio di diffusione virale, dato che una persona infetta può essere punta dalla zanzara, che a sua volta può infettare altre persone, contribuendo alla trasmissione autoctona.

Per contrastare la diffusione della zanzara tigre, gli esperti invitano a intervenire sulle larve, che si sviluppano nei ristagni d’acqua. È quindi fondamentale controllare tombini, caditoie e sottovasi, e proteggersi di giorno, quando la zanzara è attiva, con repellenti e abbigliamento adeguato.

Lo studio ha anche chiarito le differenze tra Dengue, Chikungunya e West Nile. Le prime due malattie si trasmettono tramite le zanzare tigre, che pungono persone infette e poi altre sane. Il West Nile, invece, si trasmette tramite zanzare comuni infettate da uccelli: se pungono un essere umano, non diffondono ulteriormente il virus. Per questo, le disinfestazioni sugli insetti adulti risultano poco efficaci contro il West Nile.

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