Una notte di tensione e pericolo si è consumata nel carcere romano di Regina Coeli, dove ieri sera e soprattutto nelle ore notturne si sono verificati gravi disordini. Tutto è iniziato con il ritardo nel rientro in cella da parte di alcuni detenuti della sesta sezione, composta da 142 persone. La situazione è degenerata quando, nella terza sezione (che ospita 217 detenuti), alcuni reclusi hanno lanciato bombolette da campeggio contro gli agenti di Polizia penitenziaria e appiccato incendi all’interno dell’istituto.
Il ripristino dell’ordine è avvenuto solo verso le 5 del mattino, grazie all’intervento del comandante del reparto facente funzioni e al supporto di altri agenti richiamati in servizio d’urgenza, nonostante fossero a riposo. “Anche questa volta gli operatori, con competenza, professionalità e sacrificio e a loro esclusivo rischio e pericolo ci hanno messo una toppa, ma temiamo che in assenza di interventi risolutivi, non sempre potrà andare così”, ha dichiarato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.
Sovraffollamento e suicidi: un sistema al limite
I disordini di Regina Coeli non rappresentano un caso isolato, ma sono l’ennesimo segnale di una crisi strutturale del sistema carcerario italiano. A lanciare l’allarme è Emanuela Droghei, consigliera regionale del Partito Democratico: “I disordini esplosi a Regina Coeli e il tragico aumento dei suicidi non sono emergenze isolate, ma il sintomo di un sistema carcerario che è completamente saltato”.
Nel Lazio, il sovraffollamento medio ha raggiunto il 145%, superando la già critica media nazionale del 132%. Alcuni istituti registrano punte ancora più drammatiche: Regina Coeli al 185%, Civitavecchia al 178%, Rieti al 174% e Latina al 171%. Secondo i dati del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, a fine giugno il tasso regionale ha toccato il 148%, con nove carceri su quattordici oltre il 150% della capienza.
“Non parliamo solo di numeri: si parla di vite compresse, di diritti negati e di dignità cancellata”, ha aggiunto Droghei, sottolineando che i detenuti nelle carceri del Lazio sono ormai 6.710, in rapido aumento dall’inizio dell’anno.