Dopo quattro anni di indagini, è stato rinviato a giudizio il presunto autore del sequestro e abuso ai danni di una studentessa americana che, all’epoca dei fatti, aveva 22 anni e frequentava la John Cabot University, prestigiosa università privata di Roma. La vicenda risale alla notte del 15 ottobre 2021, quando la ragazza si trovava in una discoteca di Testaccio insieme ad alcuni amici.
Durante la serata, la giovane avrebbe simpatizzato con un uomo di origine gambiana, rimanendo a bere con lui dopo che il resto del gruppo era rientrato a casa. Tuttavia, da quel momento, la ragazza ha riferito di avere un blackout totale, svegliandosi il giorno successivo in un appartamento sconosciuto nella zona di Giardinetti, in uno stato di forte confusione mentale.
Secondo il racconto fornito successivamente alle forze dell’ordine, l’uomo l’avrebbe chiusa a chiave, bloccandola sul letto e denudandola contro la sua volontà, approfittando del suo stato di debolezza e privandola anche dei 100 euro che aveva con sé. Dopo ore di angoscia, la giovane è riuscita a fuggire e a raggiungere in taxi l’alloggio universitario, dove ha trovato il coraggio di denunciare l’accaduto al Commissariato Trastevere.
Le indagini hanno permesso di risalire all’appartamento in cui si sarebbe consumato il reato, ma ci è voluto oltre un anno per individuare l’uomo, sospettato anche di averle somministrato una sostanza stupefacente per ridurla in stato di incoscienza.
Ora, a distanza di quattro anni, l’imputato dovrà affrontare il processo, ma il procedimento giudiziario presenta ostacoli significativi, tra cui la difficoltà di ascoltare la vittima, che dopo il trauma è tornata negli Stati Uniti, portando con sé gravi ripercussioni psicologiche per quanto accaduto.