Una svastica, una scritta antisemita e una frase inneggiante al duce sono apparse sulla porta dei bagni del primo piano del liceo Avogadro, in via Brenta 26, a Roma. L’episodio, scoperto nella mattina di lunedì 17 marzo, è stato denunciato dal collettivo studentesco Agorà, che ha immediatamente preso posizione contro l’atto vandalico.
Sulla porta dei bagni è stata incisa la frase “Nel mondo che vorrei non ci sono ebrei”, accompagnata da una svastica e dalla scritta “Viva il duce”. Il collettivo Agorà ha reagito con fermezza, condannando l’accaduto con un messaggio diretto: “Fascisti ci fate schifo”, ribadendo che nazismo e fascismo non sono slogan, ma ideologie di violenza e oppressione. A dimostrazione del clima di forte tensione, il collettivo ha poi pubblicato una storia su Instagram con un messaggio altrettanto provocatorio: “Nel mondo che vorremmo ogni fascio appeso a piazza Loreto. Fuori dall’Avogadro m*a nera”**.
L’episodio si inserisce in un contesto più ampio di tensioni politiche nelle scuole romane, che negli ultimi mesi hanno visto l’emergere di numerosi atti vandalici e scritte inneggianti al fascismo. Già lo scorso ottobre, gruppi antifascisti avevano denunciato tentativi di infiltrazione di esponenti neofascisti nelle liste di istituto, non solo all’Avogadro, ma anche in altre scuole storiche della capitale, tra cui il Giulio Cesare, il Tasso, il Righi e il Montessori.
Altri episodi simili
Negli ultimi mesi, in diversi istituti romani sono comparsi striscioni e scritte inneggianti al nazismo e al fascismo, mentre attacchi diretti ai collettivi studenteschi antifascisti sono stati registrati in più occasioni. Tra gli episodi più eclatanti, il blitz al liceo Manara e l’esposizione della scritta “Antifascismo uguale mafia” al liceo Orazio e in altre scuole della città.
Le tensioni hanno raggiunto anche l’istituto Rossellini, dove la presenza del senatore di Fratelli d’Italia, Roberto Menia, a un incontro sul Giorno del Ricordo ha scatenato forti proteste da parte degli studenti del collettivo Osa. La situazione è degenerata al punto che è stato necessario l’intervento della polizia, con momenti di scontro tra gli attivisti e le forze dell’ordine.